Iris gialloazzurro ha scritto:Facendo i debiti paragoni, dato che parliamo di un calcio diverso - anzi di "calci" diversi -, la potenza fisica e tecnica di Ciofani mi ha fatto pensare a tre "monumenti" come Santarelli, Gabriellini e Palanca: certo il modo di interpretare il gioco era differente (tutti e tre sono cresciuti con il gioco a uomo che non si pratica più neppure in Bhutan...), ma mi sembra di rivedere loro aspetti nelle movenze di Daniel.
Mamma mia, chi sei andato a ripescare Iris, addirittura tre grandissimi, da affiancare in qualche maniera a Daniel.
Fermo restando che ognuno la vede come i ricordi lo ispirano, personalmente ci ritrovo ben poco, quasi nulla, dei tre che hai elencato in Daniel.
Faccio fatica in Santarelli a trovare caratteristiche simili, perchè il bomber ormai ciociaro faceva della potenza e della precisione del suo piede sinistro la propria forza. Non molto agile nel superare l'avversario in dribbling, disponeva però di una straordinaria velocità di azione che spesso lo portava al di là delle linee difensive avversarie. E, a mio parere, era una belva affamata di realizzazioni più che di gioco di squadra.
Palanca, invece, era del tutto diverso da Daniel. Fisico apparentemente gracile, aveva anche lui un piedino sinistro (mi pare calzasse il 37) magico. Dotato di un buono spunto in velocità, sapeva trasformare in oro (reti) ogni palla gli capitasse, riuscendo ad essere irresistibile nei calci piazzati, persino dalla bandierina dei corner. Non molto forte in elevazione, gli ho visto fare però anche qualche rete di testa, ma Daniel è un'altra cosa. Ricordo che ogni volta che prendeva palla nella metà campo avversaria, era una minaccia incombente per qualsiasi difesa, anche in virtù di un buon dribbling. Ma la sua forza, ripeto, era la precisione nel tiro dalla distanza.
Gabriellini poi, 181 cm per 74 kg, faceva dell'esplosività e dell'agilità la sua forza. Gli ho visto fare delle reti difficilissime, in elevazione, in rovesciata volante, di testa, ma anche lui non è che partecipasse poi tanto al gioco di squadra. Dei tre era forse l'unico che sapesse gestire un pò di più la palla facendo salire la squadra.
A proposito di Gabriellini e Santarelli, ricordo un episodio (peraltro già descritto) di una partita in cui i due entrarono in conflitto per calciare un rigore. Sarebbe spettato a Paolone (rigorista) ma la curva invocò Luca. Santarelli ebbe una reazione di nervi che mise l'arbitro nella condizione di espellerlo. Morale: continuammo la partita in 10 e Luca calciò fuori il rigore. Da una situazione di tutto vantaggio per noi, si riuscì a rischiare di compromettere una partita che tuttavia vincemmo ugualmente 1-0.
Personalmente, dovessi proprio fare un accostamento con Ciofani, lo affiancherei forse a due centravanti che avemmo nel 70: uno Cremaschi, mi pare provenisse dall'Alatri, me lo ricordo come un autentico ciclone, una macchina da guerra ma ricordo anche un suo strano modo di correre come fosse ingobbito, per una sola stagione con noi in cui realizzò 7 reti, l'altro Daldin, che militò nel Frosinone per due anni realizzando 21 reti. Ma sono accostamenti, anche i miei, molto molto personali e opinabili.